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Inquadramento dell'infertilità maschile

Una condizione che interessa circa il 10% degli uomini in età produttiva.

Le condizioni responsabili dell’infertilità maschile, possono essere distinte in macroambientali (comuni a tutti gli individui o generali) e microambientali (individuali).

Le condizioni microambientali o individuali comprendono tutta una serie di condizioni genetiche, infiammatorie, ormonali, vascolari e iatrogene. Molte di esse sono professionali, dietetiche o voluttuarie o, comunque, di varia natura. E’ giusto ricordare, a questo punto, come le sindromi ipogonadotrope (Sindrome di Kallmann, deficit di FSH isolato, deficit di LH isolato, panipopituitarismo, pubertà ritardata, emocromatosi), le sindromi ipergonadotrope (Sindrome di Klinefelter, Sindrome del maschio XX, Sindrome di Turner maschile, le aplasie germinali, l'agenesia testicolare), le sindromi escretorie (le agenesie/aplasie delle vie seminali), le sindromi secretorie (sole cellule di Sertoli, criptoorchidismo), si uniscano alle cause microambientali infiammatorie nel determinismo della riduzione della produzione degli spermatozoi. 
Tutte queste cause, in passato misconosciute, sono in grado di indurre alterazioni dirette (danno diretto da batteri), o indirette (lipoperossidrazione cellulare indotta dalle chinasi leucocitarie) sulla capacità riproduttiva dell'individuo.

Tra le cause microambientali su base vascolare, il rappresentante più famoso è il varicocele, tra quelle iatrogene ritroviamo la chemioterapia, la radioterapia, gli psicofarmaci (barbiturici, antidepressivi triciclici, neurolettici). Le cause macroambientali possono essere professionali, dietetiche, voluttuarie, da agenti fisici (raggi X, microonde, calore, ultrasuoni e radiofrequenze). Queste ultime oggi assumono un'importanza fondamentale visto l'alto tasso di inquinamento da radiofrequenze che ci circonda e che è in grado di indurre una riduzione della nostra capacità fecondante. 
Oltre all'esposizione professionale esiste anche l'assunzione alimentare di composti ormonosimili (estrogeni deboli), che possono indurre alterazioni della linea seminale, già a partire dal periodo materno-fetale. Essi sono in grado di alterare la capacità riproduttiva del feto, ossia sono in grado di indurre un minor numero di cellule del Sertoli, con conseguente riduzione, in futuro, della produzione seminale. 
Oggi trovare un soggetto con ridotto numero di spermatozoi non è un fatto casuale. La ragione di ciò va ricercata attentamente nell'analisi dell'ambiente in cui è vissuto l'individuo. Da qui l'importanza di analizzare l'ambiente in cui egli è vissuto ed il tentativo di modificarlo a tutela delle generazioni successive. 
Le cause macroambientali professionali (chimiche) comprendono una serie di sostanze ad attività simil-estrogenica altamente inquinanti, quali il dinitrobenzene, i pesticidi organoclorati (tra i più grandi nemici della capacità riproduttiva dell'uomo), i glicoleteri, i monomeri del PVC, i metalli (piombo, cadmio, mercurio). Le cause macroambientali dietetiche-voluttuarie includono la carne, i cereali, l'alcool, i cannabinoidi e gli oppioidi. 
Tutte le cause esaminate hanno il medesimo effetto: interferiscono con la produzione degli spermatozoi o la bloccano. 
In conclusione, la fertilità deve essere protetta. Questa è la funzione alla quale è chiamato lo specialista urologo o andrologo. A lui è demandato il monitoraggio degli inquinanti ambientali, la correzione degli errori, l'educazione del soggetto alla prevenzione e la terapia delle patologie andrologiche. 
La funzione dello specialista, oggi, non è soltanto quella di correggere il varicocele, ma anche e soprattutto quella di valutare ed analizzare tutto ciò che ha condotto l'individuo ad una condizione di scarsa fertilità.