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Attività sessuale nel paziente cardiopatico

Considerazioni su un caso clinico.

Dott. D. Vercelli 

Un paziente di 57 anni aveva subìto un infarto miocardico acuto della parete inferiore seguìto, 2 settimane dopo, da bypass coronarico triplo. 

Tre mesi dopo, rispondendo ad una domanda diretta rivoltagli dal medico, il paziente affermava di non aver ripreso rapporti sessuali con la moglie e neppure attività sessuali non coitali. Era stato dimesso dall'ospedale dopo una normale guarigione (6 giorni di degenza) dietro consiglio di riprendere piena attività sessuale gradualmente. Il suo trattamento comprendeva vari farmaci (beta bloccanti, ace-inibitori, ipocolesterolemizzanti, acido salicilico). 
Non aveva ripreso a fumare, (per 20 anni aveva fumato un pacchetto di sigarette al giorno), camminava 20 minuti al giorno e seguiva una dieta mediterranea a basso contenuto lipidico. Non presentava alcuna storia di ipertensione o diabete mellito.

Il paziente aveva consultato il medico insieme alla moglie. Prima dell'infarto miocardico la coppia aveva rapporti sessuali con una frequenza di 1-2 volte la settimana. I coniugi avevano affermato di essere troppo preoccupati per la salute del marito per essere interessati al sesso, oltre al fatto di non essere certi del rischio di un successivo episodio cardiaco provocato dal coito e dall'orgasmo. 
La storia di questa coppia è estremamente comune. 
All'inizio sembrava ragionevole attendere un po' di tempo poiché erano trascorse solo 12 settimane dall'infarto. E' però alto il rischio che questa coppia non riesca più ad avere una vita sessuale soddisfacente (come nel caso di oltre il 50% di pazienti che hanno subito un infarto miocardico o bypass coronarico).

Tra i fattori che possono contribuire alla mancata continuazione della vita sessuale di coppia vi sono:

  • minore libido e disfunzione erettile risultanti dalla terapia con betabloccanti
  • preoccupazione da parte del paziente e della coniuge del rischio associato al coito;
  • l'assenza di counseling diretto del medico relativamente all'attività sessuale.

Il trattamento dovrebbe comprendere educazione e counseling, elettrocardiografia graduata sotto sforzo, osservata dalla moglie, e partecipazione del paziente ad un programma di riabilitazione all'attività cardiaca, ed idealmente un programma che preveda un gruppo di supporto della coppia. 
Alle coppie va consigliato di non cambiare posizione o preliminari, di non evitare di bere prima del coito per ridurre l'ansia e che l'autostimolazione o la stimolazione della partner fino al raggiungimento dell'orgasmo sono un primo passo ragionevole per ridurre l'ansia di non riuscire ad avere un rapporto sessuale soddisfacente. 
Un'altra tecnica per ridurre il timore della coppia che si verifichino eventi cardiaci correlati al coito è di far vedere alla coniuge il marito sottoposto a elettrocardiografia sotto sforzo. Al completamento della seconda fase del protocollo, il medico che esegue l'esame dovrebbe informare il paziente e la coniuge che il carico di lavoro del paziente e la risposta cardiaca sono ora gli stessi di quelli riscontrati durante il coito. Questo dovrebbe, si spera, debellare i timori della coppia. 
Se svolge regolarmente un'attività fisica più impegnativa di una semplice passeggiata, il paziente potrà diventare più sicuro per quanto riguarda altre attività fisiche più esigenti, compreso il coito, e la buona forma che risulta da tale attività ridurrà effettivamente la probabilità che il coito o l'esercizio fisico provochino un evento acuto. "Arrivare a sudare" tre volte la settimana e sentirsi bene durante tali attività, contribuirà, in molti casi, ad acquietare il timore di un paziente (e della moglie) più delle parole rassicuranti di un medico. 
Gruppi di supporto della coppia forniscono una forma di assistenza che non rientra nel normale compendio di trattamenti medici. Molte coppie affermano che questo è estremamente valido e studi recenti hanno documentato che l'assenza di supporto sociale è un elemento prognostico di cattivo esito del trattamento della disfunzione erettile in pazienti che hanno subito un infarto miocardico.
È necessario considerare anche il ruolo che i betabloccanti hanno nel ridurre la libido e nel provocare la disfunzione erettile. Nella maggioranza dei casi, per quanto riguarda la disfunzione erettile, potrebbe essere più efficace prescrivere il un inibitore della 5PDE (Sildenafil, Tadalafil,) prima del coito piuttosto che cambiare il betabloccante o ridurne la dose.