Tra storia e leggenda.
Dott. D. Vercelli
La vicinanza geografica e l'intensa comunicazione esistente nei secoli precedenti l'era cristiana tra la madre patria Grecia e le sue colonie italiche spiegano la trasmissione della cultura filosofica e della conoscenza scientifica da quella a queste e viceversa, e consentono di comprendere il motivo dell'origine, nel Sud della nostra penisola, della scienza medica italiana.
Si è soliti considerare come fondatore dell'arte medica occidentale Asclepio (o Esculapio), leggendario figlio di Apollo, che in Omero è ancora soltanto un eroe a cui il centauro Chirone trasmette le conoscenze della medicina ma che pochi secoli dopo viene invocato come dio della medicina, soprattutto nel suo santuario di Epidauro, e il cui culto è portato nella Roma repubblicana nel III secolo a.C. in seguito a una pestilenza.
A Epidauro esercitò le sue pratiche anche Ippocrate di Coo (460 a.C.-377 a.C.), considerato l'istitutore, nell'isola natia, della prima vera scuola di medicina. Ippocrate fu infatti il primo ad iniziare l'osservazione clinica obiettiva sistematica, l'odierna semeiotica, separando in tal modo la medicina dalla magia e dalla filosofia e indirizzandola verso basi razionali.
Sembra però che si debba attribuire la paternità delle prime scuole di medicina agli italici della Magna Grecia, che praticavano e diffondevano il sapere medico dalla Sicilia alla Calabria fino alle coste del Mar Ionio.
Rappresentante prestigioso di tale glorioso periodo della storia della medicina è Alcmeone di Crotone, un eclettico pitagorico, che intorno al 500 a.C. riconobbe nel cervello la sede anatomica di coordinamento e controllo delle funzioni di organi e apparati, ed al quale si deve la prima interpretazione, dimenticata per secoli, del cervello come organo della coscienza.
Il primo urologo ante litteram sembra sia stato un certo Euriode, che avrebbe esercitato in Sicilia, dunque in pieno clima culturale e scientifico della Magna Grecia. Lo si potrebbe interpretare come un buon auspicio per una terra dalla quale, nei secoli a venire, sarebbe partita l'ispirazione per la crescita e l'avanzamento della specializzazione nella cultura nazionale e internazionale.
Non si sa quasi nulla su Euriode di Sicilia, figura forse più leggendaria che storica: avrebbe realizzato le prime nefrotomie, ma non sono chiare le indicazioni e le tecniche che potrebbe aver usato.
Sebbene non abbia mai esercitato la medicina non si può dimenticare l'apporto teorico di Aristotele (384-322 a.C.), le cui concezioni sulla fisiologia umana e animale erano fortemente critiche nei confronti di quelle ippocratiche. Quasi contemporanei e oppositori di Aristotele, fedeli ad Alcmeone e a Ippocrate furono Erofilo ed Erasistrato (III sec. a.C.) della scuola di Alessandria, che possiamo a ragione considerare i primi anatomisti, avendo essi sezionato, secondo la testimonianza di Celso, migliaia di corpi, molti dei quali appartenenti a criminali ancora vivi.